Anche quella che fino all'anno scorso è stata la più redditizia casa automobilistica del mondo si appresta a chiedere finanziamenti pubblici, dopo aver previsto per l'esercizio che si chiude a fine mese la prima perdita della sua storia (per 450 miliardi di yen a livello operativo). Secondo quanto anticipato dalla rete televisiva NHK, una divisione finanziaria del gruppo, Toyota Financial Services, sta per chiudere un prestito da circa 2 miliardi di dollari alla Japan Bank for International Cooperation, al fine di coprire i crescenti rischi di credito negli Stati Uniti. Sarebbe la prima casa automobilistica giapponese a rivolgersi a un ente statale per le sue necessità di rifinanziamento, nel quadro del "credit crunch" internazionale che ha reso difficile e oneroso l'accesso ai prestiti. Il Governo di Tokyo ha reso noto di essere pronto ad aiutare le imprese, alcune delle quali si stanno preparando ad avvalersi del beneficio: da Elpida Memory (chip) alle compagnie aeree. Non che Toyota abbia una vera crisi di disponibilità finanziarie, ma certo è impegnata a tagliare il più possibile i costi fino al maniacale (per esempio, nella sede di Tokyo sono stati disattivati due ascensori per risparmiare sulla bolletta elettrica). E allora il ragionamento del gruppo che da giugno sarà ufficialmente guidato da Akio Toyoda sembra il seguente: visto che molti concorrenti americani ed europei hanno già attinto a piene mani alla casse pubbliche dei rispettivi Paesi, perché Toyota non dovrebbe avvalersi di tutte le migliori opportunità di finanziamento a disposizione?